Ieri sera, qualche minuto prima dello scoccare della mezzanotte, ho finito di leggere l'ultimo libro scritto da Luca Tarenzi che si intitola "Godbreaker". Nella fascetta del libro c'è scritto che è incalzante come "Hunger Games" e visionario come "American Gods". "Godbreaker" è decisamente incalzante, anche se non avrei messo un paragone con "Hunger Games" per descriverlo, ed è sicuramente visionario e questa volta il paragone con il libro di Neil Gaiman è perfetto. Questo urban fantasy affonda le sue radici in libri come "American Gods" ma anche in "Nessun Dove" sempre di Gaiman come in altre opere dello scrittore inglese. Non solo dalle opere di Gaiman da cui trae ispirazione questo libro, ma sicuramente deve a lui il maggior debito. Dopo questo preambolo, iniziamo a parlare di "Godbreaker". L'ho letto in circa due giorni, velocemente, perché è un libro che ti prende dall'inizio alla fine. E' un libro appassionante, interessante e pieno di mitologia, storia e folklore come pochi altri. I rimandi nel libro a divinità, mostri, leggende, sono moltissimi e molti sono stati inventati dallo stesso Luca. Ci sono molti aspetti positivi in questo tomo dalla base, da tutto il sostrato, l'architettura a cui si appoggia il libro, i Patti, la Città, il Vuoto, il Fato. Bastano poche pagine per capire subito in che tipo di "mondo" ci troviamo, cosa stiamo leggendo. Basta poca per venire catturati dai vari personaggi, nessuno dei quali è fine a se stesso, sono tutti personaggi vivi, a tutto tondo. L'assoluto protagonista, almeno per me, è Liàthan, di cui non riuscirò mai a leggere e pronunciare il nome esatto. Mi è piaciuto molto come viene caratterizzato, come viene rappresentato questa divinità che ha così tanti anni alle spalle da scordarsi interi pezzi della sua esistenza. Anche le altre divinità e gli altri personaggi sono molto interessanti, da Edwin fino all'uomo in verde, al Re Fungo e a tutti gli altri che compaiono nel libro. Proprio la caratterizzazione della divinità, dei mostri, degli esseri mitici mi è piaciuta moltissimo, la Corte di Bran il Benedetto è stupenda, così sporca e vecchia. Il fatto che il libro affondi le sue radici nelle leggende, nei miti, è uno dei suoi aspetti migliori. La storia poi è molto bella e scorrevole, ricca di colpi di scena che sinceramente non mi aspettavo. C'è azione, c'è tensione (ad un certo punto non mi fidavo più di nessuno come un certo dio), c'è amore, c'è mistero. C'è un omaggio a Lovecraft fantastico che solo per quello Luca meriterebbe il Nobel della Letteratura o quella della Chimica, insomma quello che rimane libero alla prossima premiazione. Poi che dire, le ambientazioni sono fantastiche, il libro si svolge tra Milano, Londra e Amsterdam e Luca riesce a descrivere così bene i luoghi del suo libro che sembra di essere lì. Ho adorato, poi, gli incipit dei vari capitoli tratti da canzoni e libri sempre pertinenti. E' uno dei migliori urban fantasy che abbia letto, è grande debitore di Gaiman, ma riesce a reggersi per proprio conto, riesce ad essere qualcosa di nuovo, innovativo, un'evoluzione rispetto allo stesso "American Gods", insomma riesce a dire qualcosa di nuovo, qualcosa di diverso. Ecco questo "Godbreaker" non ha difetti, se non di finire troppo presto, voglio il sequel, voglio un altro libro. Voglio vedere ancora anche Arioch e i personaggi del libro precedente "Quando il Diavolo ti accarezza" se possibile, voglio sapere che fine hanno fatto altre divinità e mostri come Anubi, Tifeo (che sarebbe perfetto come futuro cattivo!) e tanti altri. Insomma, Luca sbrigati quando esce il tuo nuovo libro? Presto spero. Per concludere, "Godbreaker" è uno dei migliori libri che ho letto quest'anno, è davvero un bell'urban fantasy italiano che consacra Luca Tarenzi, ancora di più se c'è ne fosse stato bisogno, come uno dei più bravi scrittori che abbiamo in Italia.
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